LA BCE FRENA LA “RIFORMA GREEN” PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DELLE CASE?
Arriva un primo freno alla “riforma green” per l’efficienza energetica delle case? I dubbi giungono direttamente dalla Bce, la Banca centrale europea.
Non si tratta, ovviamente, di un “no“, ma in una lettera aperta si valutano le difficoltà legate alla riforma.
“Riforma green”: quali sono le difficoltà secondo la Bce?
La difficoltà, in primis, è quella di interpretare correttamente i dati, tenendo conto della eterogeneità delle normative nazionali in merito alla valutazione della classe energetica degli edifici.
Dall’Eurotower si afferma che la classe energetica G rappresenterebbe il 15% peggiore e la classe energetica A il 15% migliore.
Questo implica che il il 15% più povero degli edifici avrebbe prestazioni energetiche reali molto diverse tra gli Stati membri Stati membri, il che riduce notevolmente la reale comparabilità all’interno dell’Unione.
Inoltre, altra difficoltà sarebbe quella di studiare e comprendere le diversità del patrimonio immobiliare dei vari paesi europei, per creare una scala di priorità; attualmente, agli Stati membri sarebbe lasciata massima discrezionalità sugli interventi.
Sì all’efficientamento delle case, ma attenzione alla distribuzione dei finanziamenti
La Bce, grazie alle attente analisi dell’ufficio studi diretto dall’irlandese Philip Lan, sottolinea l’importanza di una attenta distribuzione dei finanziamenti e, soprattutto, il timore è che la “riforma green” possa rappresentare per molti una sorta di “problema”, in caso di mancanza di risorse economiche necessarie per la rivoluzione verde degli immobili.
Da giorni sosteniamo che l’onere di questa scelta sarebbe punitivo, fortemente punitivo, nei riguardi dei proprietari di immobili italiani. Si tratta di una decisione assunta senza tener conto delle realtà dei singoli paesi e della attuale fase di congiuntura economica.
AFFERMA IL SENATORE NICOLA CALANDRINI, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BILANCIO DI PALAZZO MADAMA
Insomma, i giochi sono ancora aperti e nei prossimi giorni si capirà quale sarà la direzione migliore da intraprendere.
L’obiettivo resta lo stesso: cambiare la classi energetiche, per ridurre l’impatto sui consumi in Italia e, più in generale, in tutta Europa.