Bonus caldaie 2025: quali sono le ultime novità?
Gli emendamenti al bonus caldaie
La Manovra 2025 ha avviato un percorso parlamentare che si preannuncia complesso e ricco di tensioni. Dopo l’approvazione preliminare del Consiglio dei Ministri, la proposta di legge di bilancio è ora in Commissione Bilancio, dove si stanno valutando i 4.562 emendamenti presentati da maggioranza e opposizione. Tra le proposte, un tema particolarmente sensibile riguarda il bonus caldaie.
Alcuni Deputati hanno chiesto di escludere dagli incentivi fiscali le caldaie alimentate esclusivamente a combustibili fossili. Questa misura punta ad allinearsi alle indicazioni dell’Unione Europea contenute nella direttiva “Case Green”, che impone agli Stati membri di abbandonare il sostegno economico a tecnologie energeticamente inefficaci entro il 2025.
Il dibattito su questo punto è acceso, perché tocca interessi economici rilevanti e una filiera produttiva che in Italia conta ancora su una forte domanda di caldaie tradizionali.
Il rischio di una nuova procedura di infrazione
In una lettera congiunta indirizzata ai Ministri dell’Economia, dell’Ambiente e degli Affari Europei, sigle come Greenpeace, WWF e Legambiente le associazioni ambientaliste italiane hanno denunciato l’inadeguatezza del testo della Manovra rispetto agli obiettivi comunitari.
Il nodo, secondo le Ong, sta nel fatto che gli attuali incentivi fiscali – come l’Ecobonus e il Bonus Casa – continuano a finanziare l’installazione di caldaie a gas, nonostante la loro scarsa sostenibilità ambientale.
Nel 2022, solo questi strumenti hanno erogato oltre 4 miliardi di euro a favore di tecnologie alimentate a combustibili fossili, una cifra considerata incompatibile con la transizione ecologica. Il mancato adeguamento alle direttive europee potrebbe costare caro all’Italia, esponendola a una nuova procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, un rischio che il Governo non può permettersi di ignorare.
Una scelta delicata
In questo contesto, il Governo si trova a dover fare i conti con una scelta delicata:
- da un lato, c’è la necessità di rispettare gli impegni internazionali e favorire l’adozione di tecnologie più efficienti, come pompe di calore e impianti a energia rinnovabile;
- dall’altro, c’è il timore di provocare un impatto negativo su famiglie e imprese che potrebbero trovarsi costrette a sostenere costi più elevati per l’adeguamento degli impianti di riscaldamento.
Il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha già dichiarato che la sua priorità è incentivare soluzioni innovative e sostenibili, ma il cammino non è privo di ostacoli. La Manovra 2025 rappresenta, dunque, una questione complessa per la politica italiana, chiamata a bilanciare transizione ecologica, tutela del potere d’acquisto dei cittadini e rispetto delle regole comunitarie.